Sicuramente è capitato almeno una volta a tutti di non digerire una pizza, o di doversi alzare per andare a bere. Le motivazioni possono essere molteplici, ma la prima è sicuramente da rintracciare nella preparazione. Infatti, sempre più spesso mangiamo pizze preparate con farine troppo ricche di proteine, glutine, amido resistenti o additivi. Queste vengono usate soprattutto per esigenze di conservazione e lavorazione, piuttosto che per la salvaguardia dell’intestino di chi andrà a mangiarle.
Se il tempo di lievitazione e maturazione non è adeguato, durante la cottura ad alte temperature avviene la reazione di Maillard, che si ha quando il glucosio si unisce ad un aminoacido presente nelle proteine della farina. In sostanza, ciò che si viene a formare durante questo processo (proteine “glicate”) attacca le pareti intestinali.
L’amido resistente, chiamato così perché non digerito nell’intestino tenue, viene portato a livello del colon, dove miliardi di batteri lo assimilano provocando disturbi intestinali e la relativa sete. Se l’impasto non ha raggiunto il tempo di maturazione adeguato, il lavoro dovrà essere completato nel nostro apparato digerente, dove necessitano di acqua per completare il processo.
Una pizza salubre e di qualità viene considerata tale quindi non solo a causa delle farine usate, ma anche dal tempo di lievitazione/maturazione e dalle temperature di cottura, oltre che dagli ingredienti utilizzati per farcire la pizza stessa.
Vieni da noi a provare una buona pizza.